martedì 15 marzo 2011

più posti letto per studenti a Pisa: un obiettivo raggiungibile?

Che il differenziale tra gli studenti aventi diritto ad un alloggio e i posti letto a disposizione dell'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario a Pisa sia troppo elevato è un dato certo. Nell'anno accademico in corso gli studenti vincitori di un alloggio sono 2695, i posti letto in gestione all'Azienda sono 1553: troppo pochi.
Nel Piano delle Attività 2011 approvato dal CdA contestualmente all'approvazione del bilancio preventivo 2011 si riconosce formalmente la necessità di un impegno specifico sul territorio pisano per risolvere questa questione.
Questo impegno non è solo una futile dichiarazione di intenti: sussistono infatti sul territorio una serie di opzioni tra le quali sarà possibile fare scelte appropriate una volta completata la fase di analisi che è attualmente in corso.
Vediamo di quali immobili si sta parlando:

  • immobili "Paradisa": c. 520 posti letto, attualmente di proprietà INAIL, con necessità di importanti interventi di restauro;
  • area di S.Cataldo: costruzione di un nuovo immobile di proprietà dell'Azienda per c. 200 posti letto;
  • immobile di via da Buti: c. 30 posti letto, attualmente di proprietà comunale, in fase finale di costruzione;
  • immobile di via dell'Occhio: c. 30 posti letto, di proprietà aziendale, con necessità di importanti interventi di restauro.

Verosimilmente non ci saranno nell'immediato le risorse  per attivare tutte queste possibilità: occorrerà quindi compiere delle scelte; ad esempio si sta verificando la possibilità di cedere via dell'Occhio alla Regione per utilizzare il corrispettivo sulle altre ipotesi; si sta dialogando col Comune per comprendere come completare l'intervento di costruzione, ecc.
Di una cosa sono convinto: alla fine delle analisi in corso, per trovare una soluzione soddisfacente in termini di aumento dei posti letto ma anche di sostenibilità economica sarà necessaria un'azione di concertazione e di co-responsabilità che  coinvolga tutti i soggetti istituzionale interessati, ovvero ARDSU, Regione Toscana, Comune. Solo questo metodo infatti consentirà di ottimizzare le risorse che ciascuno soggetto ha nelle proprie disponibilità per giungere ad un risultato che - tengo sempre a ricordare - non riguarda solo la popolazione studentesca ma la calmierazione di un mercato pisano che oggi tende ad allontanare le famiglie.

mercoledì 9 marzo 2011

siluri, sfiducia e dirigenza...

Leggo sui giornali di questi giorni, peraltro un po' in ritardo rispetto alla data dell'"evento" (il 25 febbraio), che il CdA dell'Azienda Regionale del Diritto allo Studio Universitario avrebbe "silurato" il Direttore dell'Azienda, lo avrebbe  "sfiduciato": l'interessato peraltro dichiara che gli "manca la fiducia" da parte del CdA.
Spesso nella nostra società (e nella nostra cultura politica) si tende un po' troppo a personalizzare le questioni, banalizzando i problemi e riducendoli ad una sorta di referendum pro o contro questa o quella persona.
La scelta del CdA, quella che ho condiviso, è stata invece proprio quella di evitare un referendum personalistico: dopo le vicende - complesse - della regionalizzazione delle Aziende per il Diritto allo Studio Universitario, c'è l'esigenza di riportare a misure ordinarie e di trasparenza la gestione dell'Azienda Regionale, evitando che le stratificazioni del passato potessero impedire lo sviluppo di una struttura che erogasse - nell'ambito delle risorse in suo possesso - servizi più efficienti e migliori della somma delle tre Aziende territoriali precedenti. A questa esigenza di trasparenza e di costruzione non può sottrarsi la procedura di nomina del Direttore dell'Azienda.
Che va fatta - ovviamente - con una selezione pubblica di individuazione della migliore professionalità esistente: selezione a cui tutti coloro che hanno le caratteristiche possono partecipare (nessuno ovviamente è obbligato, nemmeno l'attuale Direttore se proprio non vuole...).
Se va fatta questa selezione pubblica, non poteva essere prorogato l'incarico al Direttore (che peraltro scade a Settembre).
Tutto qui.
In un Paese normale, la selezione pubblica per la scelta dei dirigenti  dovrebbe essere salutata come una misura di trasparenza, di etica pubblica, di incentivo a far di più e di meglio: buttarla invece sul siluramento, viverla come sfiducia, mi pare un fenomeno di malcostume e di provincialismo.